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    Intervista al campione italiano di GT Sprint: Andrea Frassineti ci racconta la sua stagione

    Intervista al campione italiano di GT Sprint: Andrea Frassineti ci racconta la sua stagione

    Una Lamborghini Huracan GT3 tra le mani, la visiera abbassata e tanta determinazione negli occhi: Andrea Frassineti si è laureato campione italiano di GT Sprint nel 2025. Insieme a Vincenzo Sospiri Racing, con cui ha corso anche nella serie Endurance, il pilota classe 2006 ha raccolto tre vittorie durante la stagione, costruendo una lotta al titolo che lo ha sempre visto protagonista. Abbiamo parlato con lui qualche giorno dopo l’ultimo round di Monza e tra la prima volta sul kart, le emozioni di vincere a casa e i sogni futuri, Andrea ci ha raccontato di una carriera che è già ricca di soddisfazioni.

    Iniziamo con una domanda facile: come ti sei appassionato al mondo del motorsport?

    La passione me l’ha trasmessa mio padre, che ha corso in rally fin da giovane e ha smesso solo quando ho iniziato a correre io. Mi portava alle gare con sé, quindi sono praticamente nato con la passione. Poi tramite le sue conoscenze siamo riusciti a salire sul kart e da quel momento non me ne sono più voluto staccare.

    Te la ricordi la tua prima volta sul kart? Eri intimorito o fin da subito innamorato della velocità?

    Non vedevo l’ora. Mio padre era sempre entusiasta di mettersi al volante, quindi volevo farlo anche io. La prima volta è stata in un parcheggio dietro alla sua concessionaria, con un kart e un casco mille volte più grandi di me. Avevo tre anni e mezzo, ero piccolissimo.

    Tu hai iniziato presto, sei passato alle formule da giovanissimo. Cosa cambia dal kart alle macchine, sia a livello tecnico che mentale?

    Il kart era molto più tranquillo per me, anche se ho corso nell’europeo e nel mondiale FIA. Correvo per divertirmi, senza dover per forza performare al top. L’obiettivo era quello di imparare il più possibile, mentre il passaggio alla Formula 4 ha segnato un primo passo verso il professionismo. Bisogna allenarsi di più, dedicargli più tempo, abituarsi a circostanze che nel kart non ci sono. In Formula 4 correvo con una macchina privata, il carrello e mio papà, come nei kart. Misurarmi con team di alto prestigio come, per esempio, Prema, era difficile. Facevamo il più possibile spendendo il meno possibile per imparare sempre di più.

    Andrea Frassineti Lamborghini CIGT

    E poi è arrivata l’avventura nel GT, che ti ha fin da subito visto protagonista. Come mai hai scelto Lamborghini?

    Il mio manager e il mio investitore hanno visto qualcosa in me e mi hanno dato una mano, credendo che il passaggio al Gran Turismo fosse la miglior scelta da fare. Vincenzo Sospiri Racing lo conoscevo da tempo abitando a dieci chilometri dalla loro officina, quindi è stata una scelta quasi naturale. Il primo anno in Super Trofeo, dove il livello è molto alto, è andato bene – anche se non se lo aspettava nessuno – e quindi piano piano siamo arrivati al GT3.

    Quest’anno ti sei laureato campione italiano Sprint. Raccontaci della tua stagione

    Quest’anno, in realtà, non è partito molto bene, perché durante la prima gara del campionato Endurance ci siamo ritirati mentre eravamo in prima posizione. La prima sensazione è stata la delusione. Lì però ho capito cosa mi mancava, dove dovevo migliorare e lavorare. È stato un susseguirsi di emozioni e velocità che ci hanno portato a vincere il campionato Sprint, imparando sempre di più. Gestire la gara, le gomme, i freni sono cose che in formula non sono così importanti, perché ogni giro è al limite, mentre sulle ruote coperte contano tantissimo. Io l’ho imparato appuntamento dopo appuntamento e ciò mi ha portato a laurearmi campione.

    Hai vinto al Mugello, a Imola e Monza. Qual è stata la vittoria più emozionante?

    Quella di Imola, la mia gara di casa. Avevo tutti i miei amici e la mia famiglia a fare il tifo, anche i miei nonni, quindi è stato davvero speciale. Vivere queste emozioni così forti è bellissimo e spero di poterle rivivere ancora nel futuro.

    Vincenzo Sospiri Racing è un team di grande prestigio nel motorsport italiano. Com’è stato correre con loro?

    Abitando così vicino al loro quartier generale ho avuto l’opportunità di fare lo stage dell’alternanza scuola-lavoro lì, quindi conoscevo già i meccanici e gli ingegneri. Siamo un po’ come una grande famiglia, è stato bellissimo condividere quest’avventura con loro. Nel panorama italiano quello di Vincenzo Sospiri è uno dei team più forti che ci sono, quindi sono contentissimo di aver vinto con loro.

    Durante la stagione hai cambiato compagno di squadra. Com’è stato lavorare con Edoardo Liberati e Sandy Mitchell?

    Mi è dispiaciuto non vincere effettivamente il campionato con Edoardo, perché abbiamo condiviso una bellissima stagione insieme. Ho imparato tanto da lui e sono cresciuto molto, ha tantissime esperienze da trasmettere avendo già vinto questo campionato più volte. Anche confrontarmi con Sandy Mitchell è stato bello. Viene dall’Inghilterra e di corse ne sa molto, fin da subito ci siamo trovati bene e siamo diventati grandi amici nonostante non ci conoscessimo molto bene. Da lui ho imparato tanto sulla velocità pura e sul saper leggere i dati, un input in più per affrontare il resto del campionato al meglio.

    Andrea Frassineti Lamborghini CIGT

    Non solo GT Italiano, quest’anno hai preso parte anche della 24h di Spa. Com’è stato essere sulla griglia di una gara così importante?

    Hai detto bene, ho preso solo parte perché purtroppo un incidente al primo giro ha compromesso tutta la gara! Allo stesso tempo è stata un’esperienza fantastica che spero di poter ripetere l’anno prossimo se ci sarà l’occasione. La 24h di Spa è il sogno di tutti i piloti, arrivi a scontrarti con alcuni dei migliori in GT e passi dal giorno alla notte, dalla pioggia al sole. Inspiegabile.

    Quando hai realizzato che volevi fare il pilota nella vita?

    Credo di non aver mai avuto altri obiettivi. Nascendo nel mondo del kart, non mi sono mai fermato anno per anno. L’ho capito subito.

    Dove ti vedi tra dieci anni?

    Dopo aver vinto l’italiano mi piacerebbe continuare a portare a casa altri titoli, crescendo sempre di più. Tra dieci anni vorrei vedermi come pilota professionista, pagato per fare quello che mi piace, per vivere la passione che ho da tutta la vita.

    Alla Formula 1 ci hai mai pensato?

    Quello della Formula 1 è un sogno che è diventato sempre più astratto, soprattutto dopo la stagione in Formula 4. Ho capito il mondo del motorsport su pista con le monoposto come funziona, ci vuole veramente tanto budget, una spinta mediatica notevole e un appoggio importante. 

    Fin da piccoli bisogna fare i conti con tante cose nel mondo del motorsport. Budget, sacrifici, disciplina, coordinare gli studi: per te è sempre stato semplice o ci sono stati dei momenti in salita?

    La scuola per fortuna ha sempre cercato di aiutarmi, fare questo sport comporta tante assenze, anche poi a livello sociale. Si sta tanto via da casa ed è difficile incontrarsi come fa un ragazzino normale. Io ho sempre cercato di coordinare il tutto al meglio, facendomi amici sia a scuola che in pista, riuscendo a smaltire la sensazione del sacrificio abbastanza in fretta. Mi ha aiutato tanto negli anni e mi ha reso la persona che sono adesso.

    Nel motorsport la pressione è altissima: come gestisci i momenti difficili e cosa fai per mantenere la concentrazione nei weekend di gara più complessi?

    In un weekend come quello del CIGT Sprint a Monza la pressione era tantissima. Però ho pensato: ho fatto le cose giuste durante tutto l’anno, perché dovrei sbagliare proprio adesso? Non è facile, ma mantenere la calma e gestire le emozioni è tutto. E ha funzionato direi!

    Cosa diresti al piccolo Andrea che saliva per la prima volta sul kart?

    Non smettere mai di fare quello che ti piace, spingi sempre fino al tuo limite e non mollare mai!

    Andrea Frassineti Lamborghini CIGT

    Foto di Luca Parigi, Race Diary

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