Ultimamente sentiamo spesso parlare di Driver Academy o Junior Academy. In questo articolo analizziamo nel dettaglio come sono organizzate e cosa offrono, ma soprattutto se sono fondamentali o meno per la carriera dei giovani piloti.
Le driver Academy sono programmi di sviluppo creati da team ufficiali, sia in Formula 1 che in altre categorie. Individuano giovani talenti del motorsport, formandoli e preparandoli per una carriera professionistica, che potrà essere in Formula 1, nel WEC o in altri campionati minori.
Sono un vero e proprio percorso di crescita, dove i piloti selezionati ricevono supporto tecnico, fisico e mentale. L’obiettivo da parte delle academy per i propri piloti è far iniziare a vivere cosa significa davvero essere un professionista del motorsport. Forniscono tutto quello di cui un vero pilota ha bisogno: preparazione atletica, coaching di guida, nutrizione, supporto degli ingegneri, simulatori ed esperienze in pista con vetture selezionate. Ovviamente offrono anche un importante sostegno economico, che ad oggi è diventata la parte fondamentale per un giovane, se non addirittura la più significativa. Intere stagioni di campionati come Formula 4, Formula Regional, ma anche gli stessi kart, sono molto dispendiose.
Chiaramente l’obiettivo principale dei team nello sviluppo delle proprie academy è assicurarsi i futuri talenti che un giorno potranno portare successi importanti. Si tratta di un vero investimento delle squadre per il proprio successo futuro.
Tutte le principali scuderie di Formula 1 hanno le loro academy, dalla Ferrari alla Mercedes, dalla McLaren alla RedBull, ma anche Aston Martin e Alpine. Scopriamo le principali.
Scuderia Ferrari Driver Academy

L’academy della scuderia italiana è una delle più ambite e seguite di tutto il motorsport. Il primo esempio ne è sicuramente Charles Leclerc. Cresciuto con Ferrari fin dalle categorie minori, per poi arrivare in Formula 1. Il primo anno esordendo in F1 con Alfa Romeo e successivamente approdando nella scuderia del cavallino. Il talento dimostrato da Leclerc in questi 7 anni in rosso ha fatto capire a tutti perché Ferrari abbia puntato su di lui fin da giovanissimo.
Un altro esempio ma in una categoria diversa, ovvero nel WEC, è Antonio Fuoco. Anche lui cresciuto nell’accademia della scuderia, gareggiando in tutte le formule minori. Ma, a differenza di Leclerc, ha trovato la sua dimensione nel mondiale endurance, grazie al ritorno di Ferrari nella categoria madre di questo campionato. Nel 2024 ha conquistato la 24 ore di Le Mans e, poche settimane fa, il campionato del mondo costruttori 2025.
Oliver Bearman invece è l’ultimo “frutto” dell’academy Ferrari. Classe 2005 che ha appena concluso il suo primo anno di Formula 1 con Haas, ma con il supporto della Scuderia Ferrari Driver Academy. Nel suo anno da rookie in F1 ha dimostrato perché Ferrari ha puntato molto su di lui. Visto il suo talento, in molti lo immaginano come naturale successore di Hamilton in Ferrari nel 2027, nel caso in cui il 7 volte campione del mondo dovesse lasciare.
Oltre ai sopra citati ci sono anche molti altri ragazzi che si stanno facendo notare nelle categorie minori. Vedi Dino Beganovic in Formula 2, il neocampione 2025 della Formula 3 Rafael Camara e il finlandese Tuukka Taponen.
Ferrari punta molto anche sulle donne. In primis Maya Weug, che ha appena concluso la stagione di F1 Academy giocandosi il titolo fino all’ultima gara. Insieme a lei, la brasiliana Aurelia Nobels e la nuova entrata nella scuderia Alba Larsen, anche loro impegnate in F1 Academy.
Mercedes Junior Team
Mercedes è un’altra squadra importante che investe nel programma di sviluppo giovani. Negli ultimi anni sono stati diversi i piloti che sono arrivati in F1 provenendo dall’academy della squadra tedesca. Esteban Ocon, adesso in Haas, è stato uno dei primi. Ha esordito nel campionato maggiore grazie alla crescita avuta nel programma junior di Mercedes. Gli esempi più recenti invece sono gli attuali piloti del team di F1, ovvero George Russell e Andrea Kimi Antonelli; dimostrando quanto il team creda nel proprio programma di sviluppo giovani.
Red Bull Junior Team Drivers
Red Bull è stata forse la prima dei grandi team di F1 ad investire e fondare un proprio programma di sviluppo piloti. Negli anni sono stati tanti i giovani dell’academy arrivati nelle categorie maggiori. Ovviamente, il più iconico è sicuramente Max Verstappen. Il “leone olandese” non ha bisogno di presentazioni, la sua vincente carriera parla per lui. È entrato nel Red Bull Junior Team nel 2014, esordendo l’anno successivo in F1 con Toro Rosso, a soli 17 anni. Nel 2016 passa subito nel team ufficiale Red Bull F1 e proprio quell’anno, a 18 anni, conquista la sua prima vittoria diventando in assoluto il pilota più giovane a vincere una gara di Formula 1. Da quel momento in poi il resto è storia.
Un pilota che, invece, dopo aver esordito in Formula 1, ha trovato successo in altre categorie è lo svizzero Sebastien Buemi. Campione del mondo di Formula E nel 2016 e vincitore per ben quattro volte della 24 ore di Le Mans, e di altrettanti 4 campionati nel WEC.
Un altro grande pilota cresciuto con Red Bull è il 4 volte campione del mondo di Formula1 Sebastian Vettel, che ha conquistato tutti i suoi mondiali proprio con la scuderia austriaca.
Gli ultimi esempi dell’academy Red Bull sono gli attuali piloti di F1 ovvero Isack Hadjar, promosso in Red Bull per l’anno 2026, Liam Lawson in Racing Bulls ed il suo futuro compagno per la stagione 2026 Arvid Lindblad. Yuki Tsunoda, che lascia il posto ad Hadjar in RB, sarà terzo pilota e collaudatore del team.
Red Bull è presente anche nella F1 Academy supportando Chloe Chambers e Alisha Palmowski.
Responsabile di tutto il progetto giovani Red Bull è stato il “superconsulente” Helmut Marko, che proprio alla fine della stagione di F1 2025 ha annunciato il suo ritiro dal mondo delle corse all’età di 82 anni. Tutti questi piloti sono il suo lascito a Red Bull e a tutto il motorsport.

McLaren Driver Development Programme
Negli ultimi 2 anni anche McLaren ha deciso di concentrarsi molto sullo sviluppo del suo programma di crescita per i giovani, “complici” anche gli incredibili risultati ottenuti in Formula 1. Il pilota più rappresentativo di questo programma è sicuramente Lando Norris, appena laureatosi campione del mondo di Formula 1.
Un altro fresco campione del mondo che è entrato proprio di recente nell’academy del team papaya è l’italiano Leonardo Fornaroli. Vincitore da rookie della Formula 2 nel 2025 e vincitore della Formula 3 nel 2024. Fornaroli sarà terzo pilota e sviluppatore per il team di F1, con la speranza di poter fare il salto ufficiale sul sedile di una delle due McLaren, ma con ottica sul WEC per il 2027 nella categoria Hypercar.
McLaren investe anche sulle donne, supportando la giovane Ella Lloyd che ha disputato alcune gare della stagione 2025 in F1 Academy.
Molti sono anche i piloti papaya che hanno partecipato al campionato di Formula 3 nel 2025, come l’italiano Brando Badoer, Martinius Stenshorne e Ugo Ugochukwu, a dimostrare i tanti giovani talenti su cui il team sta investendo per il futuro.

Ma quindi, è davvero fondamentale far parte di un programma ufficiale o si può arrivare in alto anche da soli?
Come abbiamo visto in questo articolo sono tanti gli esempi di piloti delle varie academy ad essere arrivati nelle categorie più importanti e a diventarne campioni in esse.
Sicuramente poter far parte di programmi di squadre ufficiali fin dalla precoce età è un grosso vantaggio. Possiamo un po’ paragonarlo ad un corso accelerato che permette a chi ne beneficia di capire tutte le dinamiche di questo sport, ed arrivare già pronto nei vari campionati.
Un altro aspetto da non sottovalutare e che anzi, come anticipato inizialmente, è fondamentale, è il supporto economico che le grandi scuderie possono fornire ad un giovane pilota. Affrontare campionati di formule minori, o di kart, è molto dispendioso. Alcune famiglie hanno difficoltà a sostenerne i costi, rischiando di dover rinunciare anticipatamente alla carriera e ai sogni dei propri ragazzi.
Molti sono gli esempi di giovani piloti che pur non avendo ottenuto grandi successi nelle formule di avvicinamento alla F1 sono comunque riusciti ad esordire in questa categoria. Questo perché durante gli anni di esperienza nelle varie academy, hanno potuto dimostrare il loro talento e la loro velocità alle scuderie, che invece di concentrarsi esclusivamente sui risultati hanno potuto osservare e testare da vicino i propri giovani. Piloti come Arvid Lindblad, Isack Hadjar, Liam Lawson, Oliver Bearman ed anche Kimi Antonelli hanno potuto beneficiare di ciò con il supporto dei team di F1 di cui facevano parte.

Ma ci sono anche piloti ad aver raggiunto il livello più alto del motorsport senza il supporto di nessun grande team.
L’ultimo esempio è l’italiano Leonardo Fornaroli. Come sopra citato, si è laureato neocampione della Formula 2 da rookie nella categoria, e campione di Formula 3 nel 2024. Un palmares che in pochi possono vantare, e solo grandi piloti hanno eguagliato queste eccellenti prestazioni prima di lui, vedi Charles Leclerc, George Russell ed Oscar Piastri. Mentre i piloti appena citati sono riusciti in queste imprese sportive con il supporto di team di F1, Fornaroli è riuscito a completare tutto ciò senza far parte di alcun programma di sviluppo giovani. Un’impresa ancor più grande, visto gli evidenti vantaggi che si possono ottenere facendo parte di queste academy. Motivo per cui McLaren ha deciso di ingaggiarlo come terzo pilota e sviluppatore per l’anno 2026 di F1. Un traguardo che Leonardo ha raggiunto grazie alle sue forze e della propria famiglia.
Il brasiliano Felipe Drugovich invece ha anticipato quello che è stato il percorso di Fornaroli fino adesso. Possiamo dire che è stato un predecessore dell’italiano. Drugovich si è fatto strada vincendo diversi campionati nelle formule minori, come la Formula 2000, l’Euroformula Open e la F3 spagnola nel 2018. Nel 2022 vince anche il campionato di Formula 2. Tutto questo senza far parte di alcun programma di alcuna squadra ufficiale. Grazie a questo risultato, Aston Martin decide di inserirlo nella sua academy, diventando il primo pilota a farne parte. Nonostante ciò, purtroppo per Felipe le porte della F1 non si sono mai aperte del tutto. Aston gli ha concesso solo qualche FP1 ufficiale e svariati test come collaudatore. Questo ha costretto il brasiliano ad interrompere il rapporto con la squadra britannica a fine stagione 2025, firmando con il team Andretti per il campionato 2026 di Formula E.
Per concludere, la risposta è che si, si può arrivare ad avere la propria opportunità in F1 anche non essendo supportati da alcun team ufficiale. Si ha bisogno però di ottenere risultati molto importanti ed esprimere al massimo il proprio talento per farsi notare. Chi, invece, cresce e accumula esperienza durante tutto il percorso di un programma di sviluppo per giovani piloti ha senza dubbio diversi vantaggi rispetto a chi non è coinvolto in queste junior academy.






