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    L’elettrico nell’automotive: il caso Porsche e la sfida Ferrari

    L’elettrico nell’automotive: il caso Porsche e la sfida Ferrari

    L’elettrificazione è uno dei temi centrali del dibattito automobilistico contemporaneo, e come spesso accade, il motorsport si trova a fare da laboratorio, specchio e campo di battaglia di questa transizione. Ma nel mondo delle corse, l’elettrico è una sfida tecnica, culturale, economica e, soprattutto, identitaria.

    Negli ultimi anni abbiamo assistito a un’evoluzione rapida, ma frammentata. Campionati nati con l’obiettivo di spingere l’innovazione sostenibile, su tutti la Formula E, si sono affermati come realtà consolidate, ma non senza fatiche in termini di pubblico, spettacolo e percezione. Al contempo, altre categorie più tradizionali, come l’endurance o le GT, hanno iniziato a integrare componenti ibride o a valutare regolamenti più aperti a nuove tecnologie.

    Le case automobilistiche si muovono su questo scacchiere con strategie differenti, talvolta divergenti. Alcune investono pesantemente nei campionati elettrici, altre cercano un equilibrio tra tradizione e innovazione. Quando a prendere posizione sono due giganti del calibro di Porsche e Ferrari, il dibattito si fa ancora più interessante. Le loro scelte recenti raccontano due visioni dell’elettrico, tra pragmatismo industriale e fedeltà al mito.

    Porsche lascia il programma Hypercar del WEC: più spazio a Formula E e IMSA

    Il 2025 segnerà la fine di un capitolo importante nella storia sportiva di Porsche. Al termine della stagione, il costruttore tedesco lascerà ufficialmente il programma LMDh nel WEC. L’8 Ore del Bahrain sarà l’ultimo appuntamento in cui la Porsche 963 scenderà in pista con i colori ufficiali nella massima categoria dell’endurance.

    Una decisione che sorprende solo in parte. Da tempo si parlava di un possibile ridimensionamento delle attività ufficiali, spinto da motivazioni strategiche ed economiche. Il calo globale delle vendite di veicoli elettrici, unito a barriere commerciali come i dazi statunitensi, ha costretto Stoccarda a rivedere l’allocazione delle risorse e a concentrarsi su quei campionati che possano garantire un ritorno più diretto in termini di sviluppo e visibilità.

    elettrico Porsche ferrari
    Foto di Porsche Motorsport

    La nuova rotta porta Porsche a puntare con decisione su due ambiti ben definiti. La Formula E, considerata il laboratorio ideale per lo sviluppo delle tecnologie full electric, e l’IMSA, la serie endurance nord americana che offre un’esposizione privilegiata sul mercato USA, uno dei più strategici per il marchio. A questi si affiancherà un forte impegno nel programma clienti, che resterà centrale anche nel prossimo ciclo tecnico, con l’arrivo della nuova 911 GT3 R Evo previsto per il 2026.

    Porsche, insomma, non abbandona del tutto la scena endurance, ma ne ridisegna i contorni. Il passo indietro nel WEC è più che una scelta tattica, è il segnale di una riflessione più ampia, che coinvolge la sostenibilità degli investimenti sportivi e il ruolo del motorsport in un’epoca in cui le priorità dell’industria stanno cambiando. 

    Ferrari Elettrica: il debutto tra hype e scetticismo

    Se Porsche ricalibra, Ferrari sceglie un’altra via. Non arretra, ma integra. Il 9 ottobre 2025, la casa di Maranello ha svelato al pubblico le prime specifiche della sua prima vettura 100% elettrica. In occasione della presentazione, sono stati mostrati per la prima volta la piattaforma, il motore elettrico e la batteria: un passo concreto verso un futuro che Ferrari ha deciso di affrontare.

    La reazione dei mercati, però, è stata tutt’altro che entusiasta. Poche ore dopo l’unveil, il titolo Ferrari ha registrato un calo di oltre il 15% in Borsa. Un tonfo che alcuni analisti hanno attribuito frettolosamente proprio all’arrivo del primo modello elettrico della storia del Cavallino. Ma la realtà è più complessa e va letta con maggiore attenzione.

    elettrico Porsche ferrari
    Foto di Ferrari

    Da un punto di vista industriale, l’Elettrica non era certo una novità. Il progetto era noto da tempo e gli investitori ne erano perfettamente consapevoli. Il calo del titolo è legato piuttosto a una questione di aspettative. Nel corso della stessa giornata, Ferrari ha aggiornato le previsioni finanziarie per il 2025, alzando leggermente le stime di ricavi, ma abbassando marginalmente quelle sugli utili. Un segnale che, letto in un contesto di mercati sensibili e volatili, ha pesato più della novità di prodotto.

    Dal punto di vista strategico, Ferrari ha comunque ribadito una posizione chiara. L’Elettrica non sarà un’alternativa ai modelli a combustione, ma un’aggiunta pensata per intercettare una nuova clientela. Da leggere come un’estensione dell’identità del marchio, che punta a restare fedele a sé stesso anche dentro una carrozzeria alimentata a batteria. 

    Due strategie, due visioni dell’elettrico

    Porsche e Ferrari si trovano entrambe a confrontarsi con le stesse sfide: un mercato incerto, un panorama regolamentare in evoluzione, un pubblico sempre più diviso. Ma le risposte che mettono in campo sono profondamente diverse. Porsche vede nell’elettrico un’opportunità tecnica e commerciale, da affrontare con razionalità. Il ritiro dal WEC non è una fuga, ma una riallocazione strategica. La Formula E diventa il laboratorio per sperimentare soluzioni elettriche estreme, mentre l’IMSA rappresenta la continuità in un mercato chiave come quello statunitense.

    Ferrari, invece, sceglie una strada più narrativa, forse più rischiosa ma anche più coerente con la propria identità. Non scende a compromessi sul piano simbolico e prosegue la sua avventura nel WEC con la Hypercar 499P, separando nettamente la sfera del motorsport da quella del prodotto stradale elettrico. L’Elettrica, insomma, non è il simbolo di una rivoluzione interna, ma di un’estensione controllata della gamma.

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    Foto di Porsche

    La transizione elettrica nel motorsport non è ancora una direzione obbligata. Oggi più che mai, si presenta come un terreno fatto di scelte strategiche, visioni di marca e letture differenti del contesto globale. Alcuni costruttori scelgono di accelerare, altri di aspettare. Nessuno, però, può permettersi di ignorare il cambiamento.

    La Formula 1, con il suo obiettivo di carbon neutral entro il 2030 e l’introduzione dei carburanti sintetici, sta cercando una terza via tra sostenibilità e spettacolo. La Formula E continua a evolversi, consolidando il suo ruolo di laboratorio tecnologico, mentre il WEC e l’endurance affrontano la sfida di coniugare l’eredità del motore termico con la spinta verso l’elettrificazione. In questo scenario, le scelte di Porsche e Ferrari assumono un valore simbolico, di interpretazioni diverse di cosa significhi “correre” in un mondo che cambia. 

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