Partecipare alla Formula Student è una delle opportunità più preziose per gli studenti di ingegneria. Come abbiamo esplorato in articoli precedenti, questa competizione non solo consente di mettere in pratica le conoscenze teoriche, ma offre anche una vetrina ideale per il futuro lavorativo, un’esperienza che può fare la differenza nel mondo delle assunzioni.
Tuttavia, dietro al fascino e al prestigio di queste gare si nascondono sfide significative, prima tra tutte quella economica. È qui che entra in gioco la realtà complessa di ciascun team che partecipa alla Formula SAE.

Come Funziona una Squadra di Formula SAE?
Ogni squadra di Formula Student ha un obiettivo in comune: progettare, costruire e gareggiare con una vettura secondo regolamenti rigorosi.
Fin qui, il concetto è semplice, ma la realtà è ben più articolata. Ogni team affronta la progettazione e la costruzione della vettura con risorse limitate, spesso centellinate e talvolta fornite tramite sponsor o partnership universitarie. Questo rende la competizione non solo una sfida ingegneristica, ma anche una vera e propria battaglia per i finanziamenti.
La Formula SAE, infatti, non è solo un campo di prova per le capacità ingegneristiche degli studenti, ma anche una vetrina per l’industria automobilistica e le aziende sponsor. Questi ultimi sono cruciali per la sostenibilità di ogni squadra: i finanziamenti da parte delle università sono generalmente limitati, e la maggior parte delle risorse proviene da sponsor privati.
Ma le sponsorizzazioni non si limitano solo ai fondi. In molti casi, le aziende forniscono parti, consulenze o supporto logistico, e in alcuni casi, creano opportunità di networking che si rivelano fondamentali per i membri del team.
La Sfida Economica e la Crisi del Settore Automotive
Uno degli aspetti più critici riguarda il finanziamento delle squadre, e in particolare come alcune squadre siano avvantaggiate rispetto ad altre in base alle risorse economiche a loro disposizione. Questo ha un impatto diretto sulle loro possibilità di competere a pari livello con team che possono contare su sponsor più potenti, come i gruppi tedeschi, ad esempio, che mettono a disposizione risorse significative.
Le difficoltà economiche del settore automotive, la crisi globale e la fase di stagnazione in cui si trova l’industria, con il rallentamento delle innovazioni nel settore delle automobili tradizionali e la frenata dei progressi nell’elettrificazione, si riflettono pesantemente sulle risorse destinate alle competizioni come la Formula SAE. Le difficoltà che le case automobilistiche affrontano in questo periodo si riversano sulle università e, di conseguenza, sulle squadre che partecipano alla competizione. Mentre alcune aziende continuano ad essere ben finanziate, altre, purtroppo, si trovano a dover fare i conti con la difficoltà nel sostenere investimenti in progetti di ricerca avanzati, come la guida elettrica o autonoma.

Il Futuro della Guida Autonoma e la Formula SAE
Infatti, uno degli aspetti innovativi delle competizioni di Formula SAE è la possibilità di sviluppare vetture “driverless“, ovvero a guida autonoma. Seppur l’interesse per queste tecnologie sia crescente, solo poche squadre si lanciano in questo ambito, e in Italia questo fenomeno è ancora marginale. Alcune università italiane, tra cui l’Università di Padova, l’Università di Firenze, la Sapienza di Roma, ed il Politecnico di Torino, hanno fatto un passo in questa direzione, integrando un team di driverless, ma il numero di vetture autonome rimane ancora limitato, e le risorse per sviluppare questi progetti sono notevolmente inferiori rispetto a quelle dedicate ai veicoli a combustione o ibridi.
Le ragioni di questa scarsità di vetture driverless sono molteplici. Da un lato, l’organizzazione della competizione, che si svolge alla fine della stagione universitaria, lascia poco spazio alle squadre che a questo punto della stagione sono già concentrate sui progetti dell’anno successivo.
Dall’altro lato, la guida autonoma è ancora vista da molti come un campo di sperimentazione incerto, soprattutto a causa dello stallo in cui si trova la tecnologia. Nonostante gli avanzamenti che si sono manifestati mediaticamente tramite campionati come l’Indy Autonomous Challenge e l’Abu Dhabi Autonomous Racing League (A2RL), l’automotive in generale sta affrontando una crisi di fiducia riguardo alla guida autonoma, un’area che fatica a decollare.

L’Impatto sul Settore Automotive e le Opportunità di Lavoro
Nonostante questi ostacoli, la Formula SAE continua a rappresentare una porta di ingresso privilegiata per molti giovani ingegneri che ambiscono a entrare nel mondo dell’automotive. Tuttavia, è importante sottolineare che le opportunità di lavoro che derivano dalla partecipazione a queste competizioni non sono sempre quelle che ci si aspetterebbe.
Va aumentando il numero di grandi aziende automobilistiche ormai più propense a fare outsourcing per alcune competenze specifiche, puntando su figure più giovani per progetti di consulenza. Molti di questi giovani trovano lavoro in aziende di consulenza ingegneristica, elettronica e meccanica, che fanno da supporto ai grandi OEM (Original Equipment Manufacturer).
Le sfide economiche del settore si riflettono anche nella disponibilità di posizioni a lungo termine. La scarsità di investimenti nelle case automobilistiche tradizionali e il rallentamento delle assunzioni in alcuni settori dell’automotive hanno ridotto le opportunità di lavoro in azienda, ma le competenze acquisite attraverso la Formula SAE rimangono comunque apprezzate, specialmente per consulenze tecniche. Le industrie si stanno adattando a un nuovo panorama economico, dove le competenze pratiche maturate in competizioni come la Formula SAE sono considerate un capitale prezioso, ma non sempre sufficiente per ottenere una posizione stabile nei grandi gruppi automobilistici.
Nonostante tutto, i team italiani non mollano
Malgrado le difficoltà precedentemente elencate, le squadre italiane sono riuscite a togliersi delle grandi soddisfazioni in questa edizione.
Nella classe 1CV, che comprende le monoposto spinte da un motore termico o ibrido, il More Modena Racing ha ottenuto la vittoria nella classifica generale e si è aggiudicata il premio conferito da Ferrari per aver primeggiato nella prova “Endurance & efficiency“.
In classe 1EV, dedicata unicamente a monoposto elettriche, Squadra Corse PoliTo del Politecnico di Torino è invece riuscita ad aggiudicarsi ben due premi speciali assegnati dagli sponsor: il Teoresi Award, per aver progettato un sistema elettronico innovativo, ed il FEV eXaV Innovative Strategies for e-PWT System Control.
Inoltre, la squadra ha presentato il miglior “business plan” della categoria.
Queste vittorie dimostrano che la voglia di innovare continua ad essere presente, nonostante tutte le sfide che stanno mettendo a dura prova il nostro settore automotive.

Conclusione
La Formula SAE rimane una competizione di grande valore per gli studenti di ingegneria, ma non è esente dalle difficoltà imposte dal contesto economico globale. Mentre alcune squadre possono contare su finanziamenti cospicui, altre si trovano a combattere per ottenere le risorse necessarie a competere al massimo livello.
La crescente attenzione verso la guida autonoma è un segno di cambiamento, ma la realtà del settore automotive, la crisi globale e la mancanza di una visione condivisa sull’evoluzione del mercato rallentano l’adozione di queste tecnologie. Le opportunità di carriera che derivano dalla partecipazione a eventi come la Formula SAE sono cambiate con il panorama economico-industriale, ma, nonostante ciò, la competizione continua ad essere un trampolino di lancio per i giovani nelle discipline STEM.





